Ossigeno: flusso continuo o pulsato?

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Cosa significano Flusso continuo e Flusso pulsato (o Flusso On Demand)?

Un concentratore di ossigeno a flusso continuo eroga un flusso di ossigeno costante, come l’ossigeno liquido. Un concentratore di ossigeno a flusso pulsato, invece, fornisce l'ossigeno in modo intermittente, cioè in "pulsazioni" di ossigeno. Quindi, in un concentratore di ossigeno a flusso continuo, l'ossigeno viene erogato costantemente, anche quando il paziente non sta respirando, mentre in un concentratore di ossigeno a flusso pulsato, il flusso di ossigeno viene fornito solo quando il paziente sta effettivamente respirando.

 

Come funziona il flusso pulsato?

Il flusso pulsato nel concentratore di ossigeno funziona inviando brevi impulsi di aria purificata al paziente quando inspira. Il concentratore monitora la respirazione del paziente e invia impulsi di ossigeno solo quando viene rilevata l'inspirazione. Questo significa che il paziente riceve una quantità maggiore di ossigeno durante l'inspirazione rispetto a un flusso continuo di ossigeno. Il flusso pulsato è progettato per fornire una maggiore quantità di ossigeno durante l'attività fisica, quando il corpo ha bisogno di maggiori quantità di ossigeno. Tuttavia, la quantità di ossigeno fornita dal flusso pulsato può variare in base alla velocità e alla profondità della respirazione del paziente.

Se il paziente respira più rapidamente o in modo più profondo, riceverà una maggiore quantità di ossigeno con ogni inspirazione. Al contrario, se il paziente respira più lentamente o in modo meno profondo, riceverà una minore quantità di ossigeno. Il concentratore di ossigeno è progettato per monitorare costantemente la respirazione del paziente e adattare la quantità di ossigeno fornita di conseguenza.

 

Ci sono differenze con l’ossigeno liquido?

Innanzitutto è bene sottolineare che la maggior parte delle prescrizioni mediche e’ per la terapia con  ossigeno liquido: in qualsiasi pneumologia o centro specializzato vi sentirete rispondere che l'unica "medicina" per le malattie respiratorie è costituita dall'ossigeno liquido.

La terapia con l'ossigeno liquido è stata introdotta negli anni '80 e da allora si è radicata (e diffusa) con sempre maggior forza, fino a diventare l'unica terapia prescritta e riconosciuta.

Se negli anni '80 e '90 era una rivoluzione (in senso positivo), oggi la terapia con ossigeno liquido costituisce una terapia datata, con un aggravio di costi per le casse malati e soprattutto con un impoverimento della qualità di vita dei pazienti.

La svolta dei concentratori di ossigeno

A questo punto la risposta alla domanda iniziale è quasi ovvia. Il flusso continuo dell’ossigeno liquido  è considerato migliore, ma solamente perché è l'unico conosciuto.

Diversi studi hanno dimostrato che i concentratori di ossigeno portatili negli ultimi hanno compiuto passi da gigante: se prima infatti non erano in grado di saturare, era pesanti e in più molto rumorosi, gli ultimi dispositivi sul mercato hanno rappresentato un incredibile salto di qualità che sta letteralmente cambiando l'approccio alla terapia ventilatoria in diversi paesi.

Sono soprattutto i concentratori Inogen One a segnare il passo: questi dispositivi infatti saturano esattamente come l'ossigeno liquido, pesano meno degli stroller ed hanno un livello di rumorosità assolutamente accettabile. Inoltre hanno un’autonomia di moltissime ore, superando nettamente il bisogno continuo di ricaricare la bombola.

Il flusso pulsato pertanto rimane un ostacolo principalmente psicologico, ma non clinico: i walking test comparativi dimostrano che i concentratori Inogen One hanno una resa clinica pari o, in alcuni casi, superiore all'ossigeno liquido. Con gli ovvi vantaggi che un dispositivo dall'autonomia virtualmente illimitata può avere.

Proprio grazie al loro tipo di erogazione i concentratori portatili permettono una maggiore riabilitazione - e quindi un miglioramento generale - del sistema respiratorio. Essendo l'ossigeno erogato solo mediante cannula nasale, e solamente in fase di inspirazione, il paziente non potrà utilizzare la bocca come compensazione per ossigenare i polmoni. Al contrario, con l'ossigeno liquido in bombola è possibile respirare con la bocca aperta grazie al flusso di ossigeno in eccesso che viene effuso sul volto, sia con la cannula nasale che con la maschera facciale.


Anche se può sembrare strano, costringersi a respirare il più possibile solo con il naso permette di raggiungere una maggiore efficienza nella respirazione e quindi una migliore saturazione di ossigeno nel sangue: non è infrequente che alcuni pazienti che passano dall'ossigeno liquido al concentratore di ossigeno portatile riescano a ridurre l'apporto di ossigeno di almeno 1 o 2 lt/min.

 

I pazienti che hanno la BPCO possono usare il flusso pulsato?

Sì, i pazienti con BPCO (bronchite cronica ostruttiva) possono utilizzare il flusso pulsato nel concentratore di ossigeno. La BPCO è una condizione respiratoria che causa una riduzione del flusso d'aria nei polmoni, rendendo difficile per il corpo ricevere una quantità sufficiente di ossigeno. Il concentratore di ossigeno con flusso pulsato può aiutare questi pazienti a ricevere la quantità necessaria di ossigeno durante l'attività fisica o altre attività che richiedono una maggiore quantità di ossigeno.

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